Israele: l'arsenale fantasma
- ildisarmantejozef
- 20 dic 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Il governo israeliano non ha mai né negato né confermato di possedere armi nucleari: è una politica chiamata dell'ambiguità strategica. In ogni caso tutti gli esperti del settore concordano nel ritenere Israele uno Stato possessore di armi nucleari. Il programma nucleare militare sarebbe stato avviato a partire dal 1968, grazie all'aiuto dei francesi.

Israele aveva da sé grandi riserve di uranio e per avere un reattore si rivolse alla Francia che, dopo la Crisi di Suez, inviò consiglieri tecnici come ricompensa. Nel 1959 Israele acquisisce sottobanco dalla Norvegia acqua pesante che avrebbe dovuto usare solo per scopi pacifici. Nel 1960 De Gaulle chiede a Ben Gurion, allora presidente, di rendere pubblico il progetto ma Israele si rifiuta. Si arriva ad un accordo: la Francia completa la fornitura delle componenti per la costruzione del reattore e Israele si impegna ad usarlo solo per scopi pacifici e a rivelarne pubblicamente l’esistenza. Gli Usa, quindi, chiedono di sottoporre il reattore a ispezioni internazionali e Israele accetta a patto che le ispezioni vengono fatte dagli statunitensi. I locali che gli americani visitano nella prima ispezioni sono una messa in scena con falsi strumenti: sotto al sito creato apposta per le ispezioni c’è il bunker dove vengono le bombe. Come un team di esperti statunitensi non si sia accorto della messa in scena è un mistero ancora oggi. Inoltre, nel 1965 una società statunitense perde 90 kg di uranio arricchito che ricompaiono in Israele che nel 1966 inizia a produrre armi nucleari. Queste vengono schierate nella guerra dei 6 giorni, grazie ad aerei forniti dagli Usa, e nella guerra dello Yom Kippur. Israele fa volutamente trapelare la notizia per ammonire i paesi arabi.
Quello che è sempre stato chiaro è che Israele vuole il monopolio dell’arma in Medio Oriente, per questo nel 1981 attacca e distrugge il reattore nucleare civile dell’Iraq. Nello stesso anno il Consiglio di Sicurezza gli impone di mettere i suoi siti nucleari sotto controllo dell’Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica ma Israele si rifiuta.
Molto interessante la storia di Mordechai Vanunu, ex tecnico nucleare israeliano di origine marocchina, famoso per aver rivelato l'esistenza delle armi nucleari segrete. Nel 1986 rivelò al Sunday Times l'esistenza di un piano segreto di armamento nucleare israeliano. All'epoca lavorava alla centrale nucleare di Dimona, che ufficialmente doveva essere solo un luogo di produzione di energia nucleare a scopo civile. In seguito alle rivelazioni, agenti israeliani lo rapirono a Roma, lo drogarono e lo trasportarono in Israele, dove una corte lo processò in segreto con accuse di tradimento e spionaggio, fu condannato a 18 anni di prigionia.
Alla fine del 2012 l'arsenale israeliano comprendeva un totale di circa 80 testate anche se alcune stime arrivano fino ad un massimo di 200 ordigni, comprese armi all'idrogeno e forse al neutrone. Le testate nucleari israeliane sono pronte al lancio su missili balistici, come il Jericho 3, e su cacciabombardieri F-15 e F-16 forniti dagli Usa, cui si aggiungono ora gli F-35.
Data la segretezza del programma Israeliano non conosciamo la sua dottrina nucleare. Quello che sappiamo è però che Israele non ha alcuna intenzione di lasciare che nel Medio Oriente vi sia un altro Stato dotato di armi nucleari, soprattutto in Iran. Gli alleati europei degli Usa, che formalmente continuano a sostenere l’accordo con l’Iran, sono sostanzialmente schierati con Israele. La Germania gli ha fornito quattro sottomarini Dolphin, modificati così da poter lanciare missili da crociera a testata nucleare. Inoltre, Germania, Francia, Italia, Grecia e Polonia hanno partecipato, con gli Usa, alla più grande esercitazione internazionale di guerra aerea nella storia di Israele, la Blue Flag 2017. Le forze nucleari israeliane sono integrate nel sistema elettronico Nato, nel quadro del «Programma di cooperazione individuale» con Israele, paese che, pur non essendo membro della Alleanza, ha una missione permanente al quartier generale della Nato a Bruxelles. Secondo il piano testato nella esercitazione Usa-Israele Juniper Cobra 2018, forze Usa e Nato arriverebbero dall’Europa (soprattutto dalle basi in Italia) per sostenere Israele in una guerra contro l’Iran.
Israele, ad oggi, non ha ancora firmato il Trattato di Non proliferazione del 1968. Il documento finale di consenso della Conferenza di revisione del TNP del 2010 invita Israele ad aderire al TNP e a mettere tutti i suoi impianti nucleari sotto le garanzie dell'AIEA, e include un impegno multilaterale a convocare una conferenza sulla creazione di una zona libera da armi nucleari in Medio Oriente nel 2012. Tuttavia, Israele sostiene che non può aderire al TNP o ad altri regimi di non proliferazione finché altri paesi della regione hanno armi chimiche e biologiche. Inoltre, Tel Aviv condiziona la negoziazione di una zona libera da armi nucleari in Medio Oriente alla risoluzione pacifica del conflitto arabo-israeliano, mentre gli stati arabi hanno tradizionalmente insistito sul disarmo nucleare israeliano come condizione per la pace.
Il 6 dicembre 2021, Israele ha dichiarato di essere pronto ad una azione "per proteggersi" dall'Iran nel caso in cui la comunità internazionale non riesca a impedire a Teheran di avere armi nucleari. Isaac Herzog, presidente israeliano, ha detto che l'Iran "è la più grande sfida che Israele e gli Usa hanno davanti. Stiamo seguendo da vicino i negoziati della comunità internazionale con l'Iran. Siamo pronti ad accogliere positivamente una soluzione diplomatica ampia che risolva la minaccia nucleare iraniana. Ma se non si riuscisse ad arrivare a questa soluzione, sappiate che Israele avrà sempre tutte le opzioni aperte. Se la comunità internazionale non prenderà una posizione vigorosa su questo tema, Israele lo farà. Israele si proteggerà". Secondo i media israeliani, inoltre, il capo del Mossad, David Barnea, è a Washington per sollecitare un'azione militare contro l'Iran, cavalcando il possibile fallimento dei negoziati sul nucleare.
La situazione è quindi molto preoccupante, e sembra che Israele sia pronto a ricorrere ad ogni mezzo a sua disposizione.
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