Il paradosso delle armi di distruzione di massa
- ildisarmantejozef
- 1 dic 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Cosa sono le armi di distruzione di massa? E perché vengono chiamate così?
Sono armi in grado di uccidere indiscriminatamente in pochi istanti una grandissima quantità di persone e provocare danni irreversibili all’ecosistema nel raggio di centinaia di chilometri. Sono suddivise in tre categorie: nucleari, chimiche e biologiche. La definizione armi di distruzione di massa è stata usata per la prima volta nel 1937, a seguito del bombardamento di Guernica durante la guerra civile spagnola, ma dal secondo dopoguerra in poi ha indicato prevalentemente armi nucleari e batteriologiche.

Vengono anche chiamate armi non convenzionali a causa, appunto, della loro classificazione come armi di distruzione di massa. Oltre alle armi nucleari ci sono, quindi, le armi chimiche e biologiche. Una caratteristica che accomuna queste tre tipologie di armi è che i loro effetti non possono essere controllati nello spazio e nel tempo: per questo la loro messa al bando è tanto fondamentale.
Un'arma biologica è un agente microbiologico nocivo, o una tossina da esso prodotta, utilizzato al fine di diffondere la contaminazione e il contagio in territori e popolazioni nemiche. Le armi biologiche si distinguono dalle armi chimiche perché sono composte da micro-organismi già presenti in natura e non sintetizzati in laboratorio. In questi casi si parla di guerra tossicologica. Le armi chimiche, invece, sono armi usate in guerra che utilizzano le proprietà tossiche di alcune sostanze chimiche per uccidere, ferire o comunque mettere fuori combattimento il nemico. Si parla di guerra chimica per intendere l'uso militare delle armi chimiche.
Queste armi sono legali?
La prima messa la bando risale al Protocollo di Ginevra del 1925 che vietava l’uso in guerra di armi chimiche e biologiche aggressive, asfissianti e vescicatorie. il protocollo fu generalmente rispettato soprattutto durante la Seconda Guerra mondiale (tranne nei lager nazisti ma non erano considerati teatri di guerra). Tuttavia, il protocollo non vietava la detenzione negli arsenali, il commercio o la ricerca e sviluppo di queste armi.
Il 26 marzo del 1975 è entrata in vigore la Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione e immagazzinamento delle armi batteriologiche (biologiche) e sulle armi tossiche e sulla loro distruzione. Questo è stato il primo trattato multilaterale sul disarmo ad aver vietato la produzione di un'intera categoria di armi. Attualmente impegna 163 Stati a proibire lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche e tossiche. Tuttavia, l'assenza di qualsiasi sistema di verifica formale di monitoraggio ha limitato l'efficacia della convenzione.
Mentre il 29 aprile del 1997, è entrata in vigore la Convenzione sulle armi chimiche. Ad oggi 165 nazioni hanno ratificato il protocollo. Israele ha firmato nel 1993 ma non ha mai ratificato mentre Egitto, Corea del Nord e Sudan del Sud non hanno aderito. Nel 2013 vi hanno aderito Somalia e Siria mentre nel 2015 Myanmar e Angola.
Se siamo riusciti a raggiungere la messa al bando di armi chimiche e biologiche perché non farlo anche per le armi nucleari? Perché gli Stati hanno rinunciato a queste armi ma non vogliono rinunciare all'atomica?
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