Russia: il più grande arsenale al mondo
- ildisarmantejozef
- 23 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Il programma nucleare militare sovietico fu avviato all'inizio del 1943 ma il primo test avvenne solo il 29 agosto del 1949 in Kazakistan. Nel tempo l'arsenale nucleare russo è aumentato fino a raggiungere il picco di 45.000 testate nel 1988. Grazie ai trattati internazionali firmati in materia, in particolare allo START, l'arsenale sovietico, così come quello statunitense, è diminuito nel tempo. Oggi la Russia è lo Stato con il più alto numero di testate nucleari: 6.257 ordigni.

Il 30 ottobre 1961 i sovietici testarono il più potente ordigno nucleare mai realizzato, una bomba all'idrogeno - "Bomba Zar" - che esplose nel poligono di Mitjušicha, sull'isola di Novaja Zemlja, con una potenza di 57 megatoni. Ad oggi la Russia ha condotto 715 esperimenti nucleari, di cui 177 atmosferici. Nel 1966 ha firmato e ratificato il CTBT, trattato per la messa la bando degli esperimenti, ad oggi non ancora in vigore.
Come è composto l'arsenale russo?
Secondo le stime di Archivio Disarmo l'arsenale russo e così costituito: "il numero di quelle utilizzabili rappresenta più della metà del totale, ovvero circa 4.477 unità, di cui 1.588 sono quelle già schierate ed operative, considerando sia le armi strategiche sia le non strategiche. Delle testate operative, 812 sono quelle disposte in sistemi missilistici balistici di terra, 576 sono invece quelle destinate all’utilizzo di sistemi balistici montati sui sottomarini nucleari e ulteriori 200 quelle operabili dai bombardieri equipaggiati per l’utilizzo di armi atomiche. Delle restanti testate, 2.889 sono invece quelle non schierate ed in deposito di cui la maggior parte (1.912) è rappresentata da testate non strategiche e da una consistente minoranza di testate strategiche (977). Le rimanenti 1.500 testate circa sono invece quelle ritirate e in fase di smantellamento. In quanto non ancora dismesse totalmente, però, queste testate rimangono potenzialmente ancora reinseribili e riutilizzabili in poco tempo".
Il trattato che attualmente limita il numero di armamenti russo, così come quello statunitense, è il New Start. Il trattato, che doveva scadere il 5 febbraio 2021, è stato rinnovato per altri cinque anni il 3 febbraio 2021 dai presidenti Biden e Putin (fino al 5 febbraio 2026). In precedenza, il presidente statunitense Trump non voleva rinnovare l'accordo e insisteva sulla necessità che la Cina vi aderisse. La Cina non voleva aderirvi poiché considerava la già presente asimmetria di testate tra i tre paesi come uno svantaggio e non voleva limitarsi ulteriormente.
Qual è la dottrina nucleare russa?
La dottrina militare russa è una dottrina di deterrenza: prevede il diritto di utilizzare armi nucleari in risposta all’uso di armi nucleari o altri tipi di armi di distruzione di massa contro la Russia o i suoi alleati. Nella dottrina militare del 2010 tra le minacce identificate dalla Russia c'è la NATO e le sue forze. Essendo una dottrina di deterrenza è prevista la possibilità di minacciare l'uso di armi nucleari come forma di descalation. Elemento che abbiamo visto negli ultimi mesi a seguito dell'invasione dell'Ucraina. Inoltre, la Russia non adotta una politica di no first use quindi si riserva la possibilità di usare per prima le armi nucleari, ma anche le armi chimiche, per rispondere ad un attacco che mette in pericolo l'esistenza stessa della Federazione.
La dottrina del 2010 recitava: "La Federazione Russa si riserva il diritto di usare armi nucleari in risposta all'uso di armi nucleari e altri tipi di armi di distruzione di massa contro di essa e/o dei suoi alleati". Una formula generica che ritroviamo anche in altre dottrine nucleari. Tuttavia, nell'aggiornamento del 2022, viene aggiunta questa frase: “e anche in caso di aggressione contro la Federazione Russa con l'uso di armi convenzionali, quando l'esistenza stessa dello Stato è messa in pericolo”. Questo elemento è molto importante alla luce dell'annessione, avvenuta a fine settembre, dei territori Ucraini. L'annessione aumenta il rischio di uso di armi nucleari: la Russia considera i territori annessi come parte del territorio della Federazione, per tanto le azioni militari contro queste regioni possono prevedere in risposta l'uso di armi nucleari.
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