Serve una prospettiva femminista nel disarmo nucleare
- ildisarmantejozef
- 25 nov 2022
- Tempo di lettura: 1 min

Oggi, 25 novembre, è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La violenza di genere è un problema strutturale della società che permane tutti i settori. Il campo del disarmo e della non-violenza non fa eccezione, così come gli armamenti nucleari.
In un mondo patriarcale, la prospettiva femminista è stata assente dalle discussioni su conflitti, sostenibilità e disarmo. Troppo spesso le donne sono assenti dai centri decisionali, ma la pace richiede anche prospettive femministe. Per troppo tempo, il patriarcato, il militarismo e il neoliberismo hanno avuto potenti narrazioni che hanno bloccato il cammino verso la pace. La pace richiede anche che un maggior numero di donne con un approccio femminista occupino posizioni di potere, responsabilità e influenza.
Le armi nucleari non sono un eccezione nemmeno in questo caso. Le dottrine nucleari e di deterrenza sono espressione di società patriarcali e militariste in cui la violenza prevale sul dialogo. Le armi nucleari sono una delle massime espressioni del patriarcato nelle sfere di potere. Uomini che hanno nelle mani il destino dell'umanità e giocano a chi è più potente.
Inoltre, gli studi hanno dimostrato che le armi nucleari colpiscono due donne su tre e un uomo su tre. Queste armi impattano diversamente sui corpi femminili, le radiazioni hanno effetti più letali sulle donne. In una guerra nucleare, le donne soffrirebbero maggiormente rispetto gli uomini, eppure tendono a essere sottorappresentate nei campi - come la politica di alto livello, la diplomazia, gli affari militari, la scienza e la tecnologia - che riguardano la politica nucleare.
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