Trattato di Non Proliferazione Nucleare
- ildisarmantejozef
- 19 set 2021
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Il trattato di non proliferazione nucleare venne firmato il 1° luglio nel 1968 da Stati Uniti d'America, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ed entrò in vigore il 5 marzo del 1970.
Gli eccessivi costi di produzione delle nuove armi tecnologicamente avanzate e la facilità di reperibilità del plutonio all’inizio degli anni ’60, fan si che gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica decidano di negoziare questo trattato. Inoltre, in questi anni cresce il numero di Stati con la possibilità di sviluppare un arsenale nucleare: un aumento delle potenze nucleari farebbe venir meno l’equilibrio del terrore e la dottrina della mutua distruzione assicurata sulla quale si basa la Guerra Fredda. Inoltre, se gli Stati con dispute territoriali minori acquisissero la possibilità di usare armi nucleare aumenterebbe il rischio che si arrivi ad una guerra nucleare anche per “piccoli” contenziosi.
Gli Stati che nel 1968 non aderiscono al trattato perché vicini ad ottenere armi nucleari, pur non avendo ancora eseguito dei test, sono l'Argentina, il Brasile, l'India, lo Stato di Israele, il Pakistan, l’Arabia saudita e il Sudafrica. Dal punto di vista storico vediamo che il 18 maggio del 1974 l’India conduce il primo test. Il 9 maggio 1992 la Francia aderisce al trattato, mentre il 23 maggio dello stesso anno Ucraina, Kazakistan e Bielorussia smantellano, in seguito alla caduta dell'Unione Sovietica, gli arsenali sovietici presenti sui loro territori e aderiscono. Il 12 marzo 1993 la Corea del nord per la prima volta annuncia il ritiro dal trattato ma l'11 giugno ritira la notifica di recesso. L’11 maggio 1995 si tiene la conferenza di riesame con la quale si estende a tempo indeterminato il trattato rendendolo permanente. Il 28 maggio 1998 il Pakistan effettua il primo test e assieme all’India diventa una potenza nucleare senza che vi sia una penalità sul piano internazionale. Intanto, l’Iraq interrompe il programma nucleare con la prima guerra del Golfo, nel 2003 la Libia abbandona il proprio programma nucleare e nel 2007 Israele distrugge il reattore di al-Kibar in Siria costringendola a rinunciare al programma nucleare. Il 9 ottobre 2006 la Corea del Nord effettua il primo test nucleare e il secondo avviene il 25 maggio 2009.
Il TNP è un trattato internazionale che si basa su tre principi: disarmo (articolo VI), non proliferazione (articoli I, II e III) e uso pacifico dell'energia nucleare (articolo IV). Questi tre pilastri si rafforzano a vicenda. È un trattato ineguale in quanto gli Stati nucleari e gli Stati non nucleari sono trattati diversamente: gli Stati nucleari hanno il diritto di mantenere i loro arsenali militari mentre gli Stati non nucleari non hanno la possibilità di dotarsene. Gli Stati non nucleari firmano comunque per paura che la proliferazione mini la loro sicurezza. Sono riconosciute come potenze nucleari gli stati che hanno effettuato un test prima del 1° gennaio 1967, quindi gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica, la Gran Bretagna, la Francia e la Cina, ossia i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
In base ai primi articoli gli Stati militarmente nucleari si impegnano a non trasferire armi o altri congegni nucleari, né ad assistere, incoraggiare o spingere in alcun modo uno Stato non nucleare a produrre tali armamenti; mentre gli Stati militarmente non nucleari si impegnano a non ricevere, produrre o procurarsi armi o congegni nucleari esplosivi e a non chiedere né ricevere aiuto per la loro fabbricazione (principio di non proliferazione orizzontale). L’articolo IV definisce il diritto inalienabile degli stati di promuovere la ricerca, la produzione e l’utilizzo pacifico dell'energia nucleare. Con l’articolo VI gli Stati si impegnano a concludere trattative efficaci per una futura cessazione della corsa agli armamenti e per il disarmo e ad arrivare a un trattato sul disarmo generale e completo sotto il controllo internazionale (principio di non proliferazione verticale).
Ci sono diversi problemi legati all'applicazione del Trattato. Il primo riguarda le potenze nucleari al di fuori del TNP: India, Israele, Pakistan e, oggi, Corea del Nord per entrare nel trattato devono smantellare gli arsenali nucleari e porre i materiali fissili sotto il controllo internazionale. In questo modo dovrebbero rinunciare ai loro arsenali. Questo è necessario perché lo status di potenza nucleare è proprio solo degli stati che avevano effettuato un test nucleare prima del 1° gennaio 1967, pertanto, per entrare a far parte del trattato di non proliferazione nucleare questi stati nucleari devono smantellare i loro armamenti e rinunciare alle armi atomiche, come fece il Sudafrica nel 1991. Ci appare evidente come richiedere di mettere al bando delle armi nucleari in questi casi sia impensabile. Con che coraggio i paesi riconosciuti come nucleari possono chiedere di rinunciare agli armamenti quando sono loro i primi a non volerlo fare?
Un secondo problema riguarda la difficoltà di valutare il grado di militarizzazione dei programmi nucleari, come avvenuto nel caso dell’Iran. è molto difficile valutare se un programma nucleare civile si stia trasformando in uno militare. Un terzo problema riguarda l'assenza di meccanismi automatici di sanzione delle inadempienze e il fatto che si debba consultare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite all'interno del quale sappiamo esserci il veto dei membri permanenti.
Un quarto problema riguarda le tecnologie dual use ossia quelle tecnologie che possono essere impiegate sia per produrre armamenti nucleari che per produrre energia nucleare civile. Un ultimo problema riguarda lo stallo nel disarmo, in quanto le trattative sul tema del disarmo nucleare sono rimaste al livello degli accordi bilaterali tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, quindi, l’articolo VI è stato di fatto completamente inatteso. Infine, un problema che soprattutto in futuro riguarderà l’applicazione del trattato di non proliferazione nucleare consiste nella possibilità che attori non statali possano dotarsi di armi nucleari, pensiamo alle organizzazioni paramilitari o terroristiche.
Ad oggi sono 93 gli stati firmatari e 191 le ratifiche (nel 1970 erano appena 43), compresa la ratifica della Corea del Nord. È il trattato con più ampia adesione nella storia del disarmo nucleare ma quello che in ultima analisi possiamo affermare è che non è comunque riuscito a prevenire totalmente la proliferazione nucleare. Quando il trattato è stato firmato nel 1968 le testate totali mondiali erano circa 39.000 ma nel tempo sono aumentate fino a raggiungere il massimo nel 1986 quando ammontavano a circa 70.000.
Testo completo del trattato: https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/ISSMI/Corsi/Corso_Consigliere_Giuridico/Documents/62002_Trattato_non_proliferazione.pdf
Per saperne di più:
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