Guerra nucleare: qual è il ruolo dell'Italia?
- ildisarmantejozef
- 3 mar 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Negli ultimi giorni si è parlato molto della possibilità di una guerra nucleare. Putin minaccia di far ricorso alle sue forze di deterrenza - ossia all'arsenale nucleare - per scoraggiare gli Alleati NATO e i paesi Europei ad intraprendere azioni ostili contro la Russia.

Partiamo da un dato di fatto: la Russia possiede 6.255 testate nucleari. E' il paese con il maggior numero di testate nucleari al mondo. Gli Stati Uniti possiedo 5.550 testate a cui possiamo aggiungere le testate degli alleati, Francia (290) e Gran Bretagna (225), per un totale di 6.065.
Circa 40 delle testate statunitensi sono ospitate dallo Stato italiano nelle basi di Aviano e Ghedi. Quale sarebbe quindi il ruolo dell'Italia in caso di conflitto nucleare?
In base ai protocolli NATO in tempo di pace le testate statunitensi rimangono sotto il controllo delle forze americane mentre in caso di guerra il Presidente statunitense può autorizzare la cessione del controllo delle testate ai paesi europei non nucleari. Da quel momento gli Alleati hanno il pieno controllo dell’arma e la responsabilità di colpire il bersaglio. Per questo motivo le potenze europee non-nucleari ospitanti armamenti americani diventano Stati nucleari in caso di guerra. Questa può essere considerata una forma di proliferazione nucleare in circostanze particolari.
In tempo di pace le testate sono controllate dai soldati americani della divisione USAF in collaborazione con i militari del paese ospitante e i codici nucleari sono conosciuti esclusivamente dagli Stati Uniti. Per quanto riguarda le consultazioni tra Paesi alleati prima di un eventuale uso delle armi nucleari, queste avvengono “tempo e circostanze permettendo”, formula generica che non definisce un preciso campo di intervento ed è aperta a numerose interpretazioni.
Le armi nucleari americane collocate in Europa si distinguono tra quelle direttamente destinate all’uso da parte delle forze armate americane (chiamate armi a chiave singola) e quelle destinate alle forze alleate (armi a doppia chiave). In Italia sono presenti entrambe le tipologie.
Essendo che la guerra è sul suolo Europeo è probabile che in caso di messa in stato di allerta dell'arsenale statunitense, il sistema di condivisione nucleare venga attivato - cosa mai avvenuta fino ad oggi. Quale sarebbe, quindi, il compito dell'Italia?
Le missioni che prevedono l’utilizzo degli ordigni americani, ma che vengono effettuate dai paesi ospitanti, vengono chiamate le missioni dei “sette miracoli consecutivi”, ossia sopravvivere a un primo attacco da parte di un avversario, ricevere l’autorizzazione dal Presidente degli Stati Uniti per armare gli aerei e condurre tale missione, decollare e avanzare verso il bersaglio, ricongiungersi con una nave cisterna e ottenere abbastanza carburante per raggiungere l’obiettivo, sopravvivere alle difese aeree e di superficie lungo il percorso, localizzare e identificare correttamente l’obiettivo e far cadere l’arma come previsto.
Un'altra domanda fondamentale da porci è: se il sistema venisse messo in moto, l'Italia non violerebbe il Trattato di Non proliferazione di cui è firmataria come Stato non nucleare?
Per comprenderlo è fondamentale guardare agli articoli I e II del TNP:
Articolo I: Ciascuno degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato militarmente non nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi o congegni esplosivi.
Articolo II: Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non produrre né altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, e a non chiedere né ricevere aiuto per la fabbricazione di armi nucleari o di altri congegni nucleari esplosivi.
Partendo dal presupposto che per trasportare le attuali bombe americane B61 si usano i mezzi militari del paese ospitante, ad esempio in Italia si usano i bombardieri Tornado, possiamo porci un’ulteriore domanda: se l’Italia può montare su un aereo italiano con pilota italiano delle bombe atomiche americane, può considerarsi un paese in regola con l’articolo II del Trattato di non proliferazione nucleare? In generale vediamo che le bombe americane stanziate sui territori dei paesi non nucleari possono essere usate in tempo di guerra dai membri non nucleari della NATO. I mezzi militari utilizzati hanno una doppia capacità che gli permette di trasportare armi convenzionali o bombe nucleari. Nel caso di una guerra nel contesto del nuclear sharing gli Stati Uniti possono cedere il controllo delle armi nucleari allo Stato non nucleare. Nel 1964 il Consiglio di Sicurezza Nazionale statunitense scrisse un memorandum nel quale sosteneva: “the non-nuclear NATO-partners in effect become nuclear powers in time of war” (cioè, gli alleati NATO non nucleari in effetti diventano potenze nucleari in tempo di guerra). Infatti, nel momento in cui un mezzo militare dello Stato non nucleare dotato di una bomba è pronto a partire, il controllo dell’armamento passa dagli Stati Uniti alla potenza non nucleare. Questa può essere considerata una violazione dell’articolo II del TNP, ma non è ritenuta tale dagli Alleati che ritengono che lo scoppio di una guerra nucleare ha come diretta conseguenza il fallimento del Trattato di Non Proliferazione, e quindi la cessazione degli obblighi che sancisce.
Per concludere, il ruolo che l'Italia assumerebbe sarebbe di primaria importanza: l'aviazione italiana potrebbe condurre una missione nucleare.
Non possiamo accettare che l'Italia continui a far parte di questo sistema di morte, non lo potevamo accettare nemmeno prima, ma l'evoluzione della situazione internazionale è preoccupante ed è fondamentale che l'Italia si sottragga a questo sistema. E' necessario, oggi come ieri, che l'Italia rinunci al sistema di condivisione nucleare e aderisca al Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
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